L’8 marzo festeggia la donna e la leader che è in te

da | Mar 8, 2018 | Acquistare fiducia e coraggio, Fare chiarezza su quel che vuoi, leadership femminile, Lifestyle | 1 commento

Siamo tutte d’accordo: la festa della donna non dovrebbe essere soltanto l’8 marzo. Il fatto che ci sia bisogno di istituire una festa per dedicare tempo e riflessioni ad una tematica, indica quanto questa tematica necessiti di essere prima capita e assorbita da tutte le persone.

A me piace pensare che l’8 marzo possa essere l’occasione per puntare i riflettori su tutte quelle donne che hanno nutrito il loro istinto, hanno ascoltato la propria voce interiore, si sono impegnate e sono diventate pienamente leader di loro stesse.

Quando parlo di leader, giusto per essere chiara, penso sempre al significato letterale del termine: ovvero, colei che guida.

Infatti in inglese to lead vuol dire “condurre, guidare”. Quindi non pensare al vecchio ed obsoleto significato di leader. Pensa invece ad una donna evoluta che decide di guidare la sua vita, di prenderne in mano le redini, manifestando la sua vera essenza.

E non parlo soltanto delle icone storiche come Giovanna d’Arco, Ipazia, o delle più “recenti” Frida Kahlo e Janis Joplin, ma parlo soprattutto di quelle donne sconosciute che ogni giorno si impegnano per conoscere sé stesse e portare la migliore versione di sé al mondo.

Mi piace vedere l’8 marzo come una Festa di riflessione: un’occasione per concentrarci su noi stesse, per riflettere su come ci vediamo e su quello che possiamo cambiare per diventare sempre più presenti a noi stesse.

Agli spettacoli di striptease e ai mazzi di mimose, ma anche alle grandi conferenze, manifestazioni e dibattiti, preferisco fare un pò di silenzio e concentrarmi sul mio essere donna, su quello che sto facendo di buono per me e per altre intorno a me.

Ogni 8 Marzo, mi piace prendermi qualche ora per ripensare al mio ultimo anno e tirare le somme su quanto ho investito per formarmi professionalmente e personalmente, quanto sono cresciuta nella consapevolezza del mio valore come lavoratrice e come donna, quanto tempo mi sono presa per stare in ascolto dela mia voce interiore, quanti libri ho letto e film o spettacoli teatrali ho potuto vedere per nutrire il mio spirito critico.

Trovo sempre qualche lacuna qua e là, qualche corso che non sono riuscita a seguire, qualche consapevolezza che non ho ottenuto pienamente, qualche obiettivo che non ho raggiunto; ma accanto a quello che inevitabilmente manca ( sì, non si può essere perfette!) trovo anche tanti passi avanti e obiettivi raggiunti.

Mano a mano che passano gli anni e continuo nel mio lavoro di coach per le donne, mi rendo sempre più conto di come, influenzate da secoli di tentativi di predominio maschile, ci portiamo dietro un grande senso di inadeguatezza.

Sotto-sotto abbiamo la convinzione che il nostro posto sia limitato alle mura domestiche e che le attività naturali siano limitate a fare figli, occuparsi delle faccende domestiche e del buon cibo. Tutte attività che amo e che non voglio perdere né lasciar andare, ma se mi ascolto profondamente, io sento di non essere soltanto questo.

Andando al di là delle osservazioni sociologiche, queste sottili convinzioni sono limitanti.

Quanti giudizi diamo a noi stesse e quanti inutili freni mettiamo alla nostra totale libertà!

Anziché “essere”, anziché nutrire il nostro istinto, anziché lasciar fluire le nostre passioni e rafforzare la leader che è in noi, tentiamo di rientrare in etichette e ruoli definiti da altri come “ruoli giusti”, mentre l’unico “ruolo giusto” è quello che siamo chiamate a scegliere per noi stesse, seguendo le nostre possibilità e predisposizioni naturali.

Lo facciamo tutte prima o poi, l’ho fatto anche io, ma è contro questo “sentirsi in dovere di essere in un certo modo”, che dobbiamo rispondere con un semplice: essere!

Non è facile, per niente, ma ti posso assicurare che, seppur doloroso, e a volte destabilizzante, è anche entusiasmante. Puoi avvertire le radici sgranchirsi dopo anni di torpore.

Per aiutarti a festeggiare questo 8 marzo con una piena riflessione su te stessa, ti suggerisco 3 risorse che secondo me sono utilissime per capire il valore di quel che siamo e che possiamo essere, se solo iniziassimo ad accettare di non delegare la guida di noi stesse a qualcun altro.

Sono tre libri che io ho letto nel corso degli anni e possono essere un’ottima base per iniziare un percorso di consapevolezza femminile!

  • Se vuoi saperne di più sulla condizione delle donne nella storia e sei pronta ad affrontare una lettura impegnativa, ma illuminante, “Il secondo sesso” di Simone de Beauvoir è il saggio che fa per te: complesso, completo, purtroppo ancora attuale.
  • Se invece hai bisogno di leggere di grandi donne per sentire dentro di te coraggio e grinta, allora “Americane avventurose” di Cristina De Stefano è il libro che fa per te: entusiasmante, ricco di curiosità, appassionante!
  • Se infine sei pragmatica e cerchi ispirazione per il tuo business e la tua carriera, ti consiglio “Alice in business. Diventare leader rimanendo donne”, di Cristina Bombelli: pratico, schietto, ispirante!

Termino facendoti un invito: ho portato qualche novità nella mia newsletter. Ora ha una cadenza settimanale (a volte anche un pò di più) e parla di come diventare leader di sé stesse con tanta teoria, ma anche esempi pratici ed esercizi settimanali da eseguire (poi ti interrogo eh!).

Se vuoi unirti insieme a me e a tante altre donne piene di sogni, puoi iscriverti qui : salpiamo?

Buon 8 marzo a tutte le leader, ovvero a tutte le donne che vogliono prendere in mano la guida della loro vita.

Buon 8 marzo a tutte noi.

1 commento

  1. fede

    La scelta di istituire una festa della donna ha avuto origine politica, doveva restare solo una garbata evocazione di pensiero, una specie di dedica, un’apertura mentale dei politici maschi che da quel giorno avrebbero dovuto prestare più attenzione al mondo femminile. Poi purtroppo il consumismo l’ha deviata verso altre destinazioni. In effetti ad oggi dovrebbe essere solamente riportata sui calendari come commemorazione di un cambiamento e non dovrebbe essere festeggiata come una particolarità che fa notizia, perchè se fa notizia allora non è ancora diventata normalità.

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