Personal branding e business sono due parole che vanno a braccetto.
Creare una propria attività ha molto a che fare con parlare con autenticità di te stessa.
Come sai, io ho una smaccata passione per l’autenticità.
L’autenticità è a mio avviso una delle chiavi del successo. Se mi segui sai bene che continuo a ripetere questa frase come fosse una specie di mantra e non mi stanco mai di farlo presente.
L’autenticità è anche un’importante pratica di vita: essere onesti non solo con gli altri, ma soprattutto con se stessi è una delle migliori attività per migliorarsi e crescere. Penso che chiunque di noi lo abbia sperimentato sulla propria pelle, vero?
Dire onestamente chi si è e quel che si pensa, dovrebbe essere un allenamento quotidiano. Tanto più quando si crea un’attività in proprio.
Infatti creare un proprio business coincide spesso con raccontare chi sei , col raccontare la tua storia; perché è facendolo genuinamente e sinceramente che le persone giuste, i tuoi clienti ideali, sono attirate da te e desiderano conoscerti per poi comprare quel che offri.
Trattasi appunto di vero Personal Branding, ovvero di avere un piano per raccontare la tua autenticità declinata nell’imprenditoria e nella comunicazione. (Puoi leggere di più su questo argomento, cliccando qui , qui e qui.)
Le persone sono stufe della solita “fuffa” ed amano la verità. La genuinità.
E quello che spesso vado “predicando” è che mostrare non solo i nostri pregi ma anche la nostra vulnerabilità ci rende più interessanti, più veri, più credibili e le persone si fidano di più di noi.
Insomma, l’autenticità è davvero fondamentale!
Ma arriviamo al punto.
Da quando essere autentiche vuole dire per forza essere stronze?
Da quando essere acide è diventato di moda tanto da essere una sorta di “stile” di comunicazione?
Hai notato anche tu che ultimamente la tendenza di molte persone è quella di porsi in modo indisponente?
Io ho la sensazione che si stia facendo un po’ di confusione tra il voler condividere la propria competenza e opinione in modo autentico, con il criticare gli altri e usare uno stile dispettoso e polemico a tutti i costi.
Quasi come se scatenare una provocazione sia la miglior strada per comunicare.
Come se pontificare ed essere sgarbate e saccenti sia il miglior modo di fare personal branding!
Quando essere antipatici è diventato “cool”?
Quando fare le pulci sull’altrui operato è diventato simbolo di serietà e preparazione?
Quando criticare sempre tutto e tutti è diventato garanzia di solidità professionale?
Pensavo che oramai fossimo oltre l’obsoleto modello degli anni passati, in cui le figure professionali femminili di spicco, dovevano per forza farsi la fama di isteriche scontrose e pazze, stile Il Diavolo Veste Prada!
Osservando questa schiera di “severe maestrine dalla penna rossa” che fanno a gara a scrivere il post più polemico, a stanare la collega che sbaglia o che non è stata abbastanza precisa o che ha scritto una banalità, a giudicarla perché sta avendo successo “ ma non se lo merita” mi viene davvero da riflettere.
In che tipo di direzione vogliamo andare?
Stiamo vivendo un momento storico importante, di grande cambiamento, in cui grazie alla tecnologia e ai potenti e semplici mezzi di comunicazione disponibili, molte di noi, piccole imprenditrici e freelance, donne creative e ambiziose, abbiamo l’opportunità di divulgare pensieri, idee, parole e di creare quindi “cultura“.
Che tipo di leadership al femminile vogliamo costruire? Che modelli possiamo ispirare per il futuro che verrà?
Ho avuto la netta sensazione che l’argomento andasse ben sviscerato e ragionato perché in giro c’è una confusione abbastanza grande tra autenticità e criticare, tra condividere il proprio sapere ed essere stronze.
Lo hai notato anche tu?
Leggo sempre più spesso articoli nei blog o post su Facebook, video clip o discorsi a seminari e conferenze in cui esperte di vari settori, criticano con grande rudezza e qualche volta anche con grande veemenza le altre persone, siano esse colleghe o clienti, in nome della schiettezza ed in difesa della loro competenza e professionalità.
E spesso le critiche vertono sulla presunta “ignoranza” dei propri interlocutori nei confronti di una determinata materia o argomento.
In nome dell’essere autentiche queste persone si sentono autorizzare a dire qualsiasi cosa vogliano e nella modalità che vogliono, noncuranti dell’impatto che avranno sugli altri.
Ci sono due cose che diventano importanti allora, da ricordare.
1) Autenticità non vuole dire essere stronze
Credo che la brutale schiettezza non possa essere presa con leggerezza e non debba essere confusa con l’autenticità.
Penso che spesso l’onestà a tutti i costi , il desiderio irrefrenabile di indottrinare qualcuno deridendolo, non sia altro che una forma di aggressività passiva, un meccanismo di difesa, una sorta di copertura per compiere un – piccolo o grande – abuso emotivo e spesso anche una scusa o una giustificazione per compiere, in modo indiretto, veri e propri attacchi personali.
Potremmo raccontarci che amiamo la nostra trasparenza ed è per questo che “dobbiamo proprio dire” al mondo quel che noi sappiamo o pensiamo; sembra invece che più della trasparenza, amiamo la critica e la stronzaggine. Perché?
Perché ci salva dall’essere dal sentirci vulnerabili e senza potere. Dopo 20 e passa anni di esperienza nel mondo del business, posso assicurarti che molte donne che sono così stronze, hanno sviluppato questa caratteristica solo ed esclusivamente per proteggere loro stesse e le loro fragilità!
E’ una forte tentazione quella di dire tutto quello che pensiamo nel nome dell’autenticità a qualcuno “per il suo bene” quando invece è molto spesso un atto di puro egoismo.
Fare sapere che si conosce qualcosa che gli altri non conoscono con uno spirito di condivisione è un conto.
Deridere gli altri e schernirli per la loro “ignoranza” nella nostra materia è un altro.
E quel che passa in questo caso non è tanto l’autenticità, quanto l’ insicurezza. Restare arroccate alle nostre certezze e piccole sicurezze è decisamente poco utile come atteggiamento.
- Impariamo a mettere in discussione ogni singola verità che teniamo salda nella nostra mente in modo da poter affrontare il mondo e la vita attrezzate con quel genere di flessibilità che permette alle verità più corrette – e di livello superiore – di rivelarsi a noi.
2) L’ Autenticità è condivisione e non critica
Non esiste una formula magica per quando decidiamo di condividere con altri le nostre opinioni.
Il punto è semplice: dovremmo essere “sintonizzate” con le persone a cui ci rivolgiamo tanto quanto basta per comprendere come e se condividere con loro quel che sappiamo.
Se l’obiettivo è condividere, allora è condividere che conta 🙂
Se l’obiettivo di dire quel che penso o che so è fare in modo che chi ascolta lo comprenda, dovrei proprio smettere di focalizzarmi su di me e focalizzarmi su di lui o lei!
E domandarmi: “ A chi sto parlando”?
Quando si parla di autenticità infatti, dobbiamo comunque e sempre considerare la disponibilità a ricevere da parte dei nostri interlocutori.
- Condividere la nostra esperienza/opinione arrecherà loro un beneficio oppure li scoraggerà?
- Qual è la mia intenzione sincera nel dire quel che desidero dire?
- E’ per il bene di chi mi ascolta, o solo per il mio ?
- Se è necessario che io lo dica, è possibile farlo senza trattare le altre persone in modo da farle sentire a disagio o male?
Quando diciamo qualcosa a qualcuno con un’intenzione di vera condivisione, vero interesse e amore , il messaggio viene percepito completamente in modo differente di quando critichiamo con qualsiasi altra motivazione.
Nel momento in cui giudichiamo qualcosa o qualcuno ci sentiamo nel giusto ci sentiamo superiori o buoni, ma qual è il rischio?
Quello di far sentire l’altra persona sbagliata, inferiore e cattiva e quindi di non farle arrivare il vero messaggio!
Dobbiamo allenarci ad essere più flessibili e morbidi nella nostra mente e nel nostro cuore e per farlo possiamo e dobbiamo sì avere opinioni chiare, ma dobbiamo puntare a comprendere ed essere compresi piuttosto che a criticare con cattiveria e deridere.
Vorrei che pensassi per un minuto a che tipo di mondo desideri creare sapendo che il mondo è sempre un riflesso di noi stesse. Vuoi un mondo violento? Se è così, sii pure brutalmente onesta e stronza. Vuoi un mondo pacifico e accogliente ? In tal caso, sii onesta con dolcezza e amore.
A mio parere, questo mondo è già tosto abbastanza e per come l’abbiamo impostato finora non favorisce certo la salute e il benessere delle persone. Credo sia giunto il momento di sviluppare e coltivare un maggiore livello di sensibilità, empatia, amore e comprensione. Dobbiamo avere cura per i cuori degli altri, riconoscendo la quantità di influenza che abbiamo su di loro. Che le nostre parole siano importanti per gli altri è un dono prezioso.
Non sprechiamolo.
Fare Personal Branding e fare Business sono occasioni per creare un mondo migliore. Usale con amore.
Tu cosa ne pensi?
Ti leggo volentieri nei commenti qui sotto, ci terrei tanto a sentire la tua opinione.
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